Il trucco è aggiungere massa prima di affrontare una discesa.
Le auto elettriche, infatti, ricaricano la propria batteria di trazione ogni volta che vanno in discesa o rallentano (a differenza di un’auto a pistoni, che frena buttando via energia sotto forma di calore e consumo dei freni).
Questo vuol dire che più è pesante l’auto durante la discesa, più sarà grande l’energia recuperata e reimmessa nella batteria. In pratica, l’energia potenziale della massa del veicolo (e del suo contenuto) viene convertita in elettricità per il solo fatto di scendere.
Un esempio molto particolare di questo fenomeno è dato da questo camion elettrico gigante, l’Elektro Dumper, che parte sempre vuoto per salire verso una cava vicino a Biel, in Svizzera, dalla quale torna sempre carico di massi, venti volte al giorno, come raccontato su InsideEVs. L’energia potenziale contenuta in questi massi per via della loro collocazione in quota è sufficiente a caricare le batterie del camion, durante la discesa, tanto da permettere al camion di rifare la salita senza dover ricaricare e anzi genera più energia di quanta ne consumi. Ha un avanzo netto di circa 200 kWh ogni giorno, secondo quanto dichiara l’azienda utente, la Kuhn Schweiz, e fa risparmiare (anche in termini di inquinamento) circa 83.000 litri di gasolio all’anno.
L’Elektro Dumper pesa 45 tonnellate e ne può trasportare 65, per cui sale pesando 45 t e scende pesando 110 t.
Un concetto del genere sarebbe applicabile a un’auto elettrica come ELSA? In teoria sì: potrebbe caricare per esempio tre passeggeri corpulenti (diciamo 300 kg) in cima a una discesa (una collina o una montagna) e scaricarli a fine discesa, oppure riempire d’acqua delle taniche da 300 litri e scaricarla una volta arrivata a valle.
Ne vale la pena? Non ho ancora provato concretamente.
