Come si aggiorna una Tesla Model del 2016 per poter usare le colonnine rapide CCS?

Come tutte le rivoluzioni, anche quella elettrica è un po’ caotica. Invece di partire subito scegliendo uno standard unico mondiale per i connettori di ricarica, le varie regioni del mondo e i vari fabbricanti di auto elettriche hanno adottato tipi di connettore differenti e naturalmente incompatibili tra loro.

TESS, la mia Tesla Model S, è un esemplare del 2016. Ha un connettore di ricarica Tipo 2, che le permette di caricare lentamente (fino a 11 kW) in corrente alternata a qualunque colonnina Tipo 2 e anche di caricare rapidamente (fino a 100 kW) in corrente continua, ma soltanto presso i Supercharger della rete Tesla che hanno lo stesso tipo di connettore. Di serie non può usare le colonnine di carica rapida più diffuse in Europa, quelle che adottano lo standard paneuropeo CCS2, e non può usare le colonnine rapide che usano lo standard CHAdeMO (abbastanza raro in Europa).

Tuttavia la si può modificare per renderla compatibile.

  • Nel caso delle colonnine CHAdeMO, è sufficiente acquistare un adattatore esterno piuttosto costoso e molto ingombrante; ma siccome queste colonnine sono ormai molto rare, perché sono state soppiantate dalle CCS2, si tratta di un acquisto che pochi utenti Tesla fanno.
  • Per le colonnine CCS2, che sono diffusissime, la modifica è invece molto consigliabile perché consente appunto di caricare anche presso le colonnine rapide di tutti gli altri fornitori (che appunto usano lo standard CCS2). Anche le nuove stazioni di ricarica rapida di Tesla (i Supercharger) usano solo questo standard, e quindi senza questa modifica c’è il rischio di non poter caricare neppure nelle stazioni Tesla più recenti.

Ho fatto la modifica per poter usare le colonnine CCS2 nel 2020. Qui descrivo come ho proceduto senza dover andare in officina.

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Cominciamo dalle basi. Il connettore di ricarica delle Tesla Model S è nascosto dietro uno sportellino incorporato nel fanale posteriore sinistro, come si vede nelle foto qui sotto.

L’ubicazione del connettore sulla Tesla Model S 2016.
Dettaglio del connettore.

Le Model 3 e Model Y europee vengono fornite di serie con il connettore CCS2, che è molto più grande ed è nascosto dietro un’aletta maggiorata che è integrata nel fanale posteriore sinistro, e quindi non hanno bisogno di modifiche per usare le colonnine CCS2.

Un connettore CCS su una Tesla Model 3 (fonte: Driving Electric).

Le Model S e X prodotte dopo il primo maggio 2019 sono dotate di serie di un adattatore esterno e di un componente interno, che consentono di usare il loro connettore anche per la ricarica rapida sulle colonnine che usano lo standard CCS Combo 2. Ma TESS è del 2016, e quindi non ha questi componenti.

Però Tesla offre un retrofit, ossia un aggiornamento hardware interno che quando l’ho fatto io, nel 2020, costava 570 CHF, incluso il costo dell’adattatore esterno CC2 (che costava 194 CHF se acquistato separatamente), come spiegato qui sul sito Tesla. Il manuale di questo adattatore esterno è qui. Ad agosto 2020, ovviamente poco dopo che ho fatto fare la modifica, il prezzo del retrofit è stato ridotto a 300 CHF incluso l’adattatore CCS2.

L’adattatore da CCS a Tipo 2 fornito da Tesla.

Per farsi installare la modifica non si va in officina e non si telefona per prenotarla ma, come spiegato dal sito Tesla qui, si deve usare l’app per prenotare l’aggiornamento, andando in Assistenza, scegliendo Accessori e poi Upgrade e installazioni e specificando che si vuole far installare il retrofit CCS.

In base alla mia localizzazione (Lugano), l’app mi ha proposto come prima opzione il servizio di assistenza mobile a domicilio e come seconda opzione un intervento a Milano Linate, con vari orari a mia scelta. Ho scelto la prima: per interventi come questi, con Tesla c’è infatti la possibilità di far venire l’officina a casa invece di dover portare l’auto all’officina.

L’app mi ha detto “a breve inizieremo a verificare i dati” e ha indicato che i passi successivi sarebbero stati il preventivo, la riparazione e (ovviamente) il pagamento.

Mi è poi arrivata una mail (in tedesco) di conferma dell’appuntamento fra le 8:30 e le 10:30 al mio indirizzo, con la precisazione che si sarebbe trattato di (traduco) “servizio mobile senza contatto (senza contatto interpersonale)” e con la richiesta di “parcheggiare il veicolo in un luogo accessibile. Sarete avvisati non appena il vostro tecnico mobile arriverà sul posto e inizierà a lavorare. Se desiderate parlare con il nostro team di assistenza, vi preghiamo di notare che ci teniamo a distanza, oltre alle altre misure di protezione consigliate per limitare il rischio di infezione”. Precisazioni comprensibili, visto che a luglio 2020 eravamo in piena pandemia da Covid-19.

Una telefonata da parte di Tesla (in italiano) mi ha ribadito che l’intervento sarebbe costato 570 CHF, e questo nonostante il fatto che io avessi già l’adattatore (consegnatomi bizzarramente insieme all’auto al momento del ritiro). Ho confermato a voce che accettavo questo importo.

Ma poi mi è arrivato il preventivo, naturalmente tramite l’app:


Zero. Ovviamente ho approvato il preventivo :-)

L’8 luglio 2020 ho parcheggiato l’auto nel parcheggio della residenza dove abito e ho aspettato l’arrivo del Tesla Ranger (sì, si chiama proprio così) intanto che TESS scaricava automaticamente l’aggiornamento software speciale che serviva per renderla compatibile con l’imminente aggiornamento hardware. Trovarsi a “scaricare i driver” per un’auto è stato davvero insolito.


Il Ranger è arrivato su una Model S convertita in officina mobile. Questa è l’unica foto che ho fatto, perché mi ha chiesto formalmente di non riprendere i lavori, esattamente come se fossimo in officina. Non ha avuto nessuna obiezione, però, a lasciarmi assistere e scambiare due chiacchiere. Ho cercato di memorizzare la procedura per potervela descrivere: eventuali errori o omissioni sono solo colpa mia.

L’installazione del retrofit ha richiesto la rimozione della seduta del sedile posteriore, che ha esposto la gabbia metallica tubolare che regge la seduta e i suoi sensori di peso. Le immagine qui sotto sono tratte da questo video di Steven Peeters e questo video di Burl Solomons, che includo qui sotto. Consiglio di guardarli: sono molto utili per capire meglio la procedura e la disposizione dei componenti.


 
Gli scatolini bianchi sono i sensori di peso dei passeggeri. I cavi arancioni sono quelli di alimentazione ad alta tensione. I componenti scatolari metallici sono parti del caricatore della batteria e del suo sistema di gestione, ma non so altro.
Il componente interno è installato sotto la seduta dei sedili posteriori, nella zona al centro di quest’immagine, dove si vede una barra nera.
Il componente interno è lo scatolino bianco indicato dal dito.

Il Ranger ha agito anche sotto il cofano di TESS, presumo staccando completamente l’alimentazione, compresa la batteria a 12 V tradizionale.

Sotto i sedili posteriori ha installato una scatoletta di plastica bianca, che probabilmente contiene un circuito stampato e dei componenti elettronici: a differenza di quello che si vede nel video di Peeters, non l’ha agganciata al telaio, ma l’ha serrata tramite i due bulloni che fissano il componente scatolare metallico più grande che sta sotto il sedile centrale.

Da questa scatoletta esce un cavetto molto sottile, che va verso il lato sinistro e si collega mediante due connettori ai grossi componenti che stanno sotto la seduta. Non so di preciso cosa siano questi componenti, anche se dalla loro forma e posizione, e dal fatto che vi fanno capo dei cavi arancioni davvero massicci, è chiaro che fanno parte del sistema di carica e di gestione della batteria. Posso solo aggiungere che su TESS sono disposti molto più simmetricamente e ordinatamente rispetto ai video di teardown che ho trovato online.

Dopo aver ricollegato l’alimentazione a TESS, il Ranger ha collegato il suo computer alla presa tecnica situata sotto e dietro il tablet centrale, ha fatto alcune operazioni tramite il suo computer, ed è partita l’installazione di un aggiornamento software, che è durata almeno venti minuti. Poi TESS è tornata pronta per l’uso. Fine del lavoro. Il Ranger mi ha chiesto se volevo pagare subito per l’installazione, e gli ho fatto notare che l’app mi diceva che il preventivo era zero, così ha delegato la questione all’ufficio centrale di Tesla. Poco dopo è ripartito.

Sono andato a una colonnina CCS vicina al Maniero (quella della rete GOFAST) a provare la carica, e tutto ha funzionato correttamente. TESS ha caricato sul CCS grosso modo alla stessa velocità alla quale caricava ai Supercharger (al 30% di carica, un breve picco iniziale a 66 kW e poi una carica continua a circa 55 kW).

I primi secondi di carica sono a 66 kW, ma poi si scende rapidamente.
Spina CCS inserita nell’adattatore, a sua volta inserito nella presa di TESS.
Ora posso caricare rapidamente anche qui (costa molto più di una carica su una colonnina Tesla, ma in emergenza so che ne ho una vicinissima a casa).

Mi è poi arrivata la fattura, sempre tramite l’app di Tesla, che riportava un importo zero ed era pure segnata come pagata. Ma Tesla mi ha poi contattato scusandosi per il disguido di fatturazione e mi ha inviato una nuova fattura per 570 CHF tutto compreso, che ho pagato.

Colgo l’occasione per pubblicare la descrizione della fattura, che è in inglese:

Retrofit Charging System ECU And Harness

KIT,RETROFIT,PLCRLY,MDLS,PRE-REFRESH(1489302-00-B) 1.0
A-PILLAR UPPER STANDOFF, FOAM NEOPRENE (1020856-00-A) 1.0
SEAT BACK GROMMET, LARGE(1016824-00-A)
RETROFIT, CCS COMBO II, MS(1516761-00-A)